Olocausto in Polonia

Olocausto in Polonia
Data iniziosettembre 1939
Data fineaprile 1945
StatoBandiera della Polonia Polonia
ResponsabiliSS-Totenkopfverbände, Einsatzgruppen, Ordnungspolizei, Trawnikimänner, Guardia Nazionale Bielorussa, OUN, TDA, Ypatingasis būrys,[1][2][3] Wehrmacht
Conseguenze
Morti3000000 ebrei polacchi[4]
Sopravvissuti157000 – 375000 in Unione Sovietica[5]
50000 liberati dai campi di concentramento nazisti[6]
30000 – 60000 in clandestinità[6]
Area coinvoltaPolonia occupata, attualmente parte dell'Ucraina e della Bielorussia occidentale
Mappa di localizzazione
Mappa dell'Olocausto secondo la nomenclatura di Raul Hilberg nella Polonia occupata durante la seconda guerra mondiale con sei campi di sterminio contrassegnati da teschi bianchi in quadrati neri: Auschwitz-Birkenau, Bełżec, Chełmno, Majdanek, Sobibór e Treblinka; i siti di uccisioni di massa a Bronna Góra, Ponary, Połonka e altri. Con la stella di David sono contrassegnate le città polacche con i ghetti. La linea rossa indica la frontiera nazista-sovietica precedente all'operazione Barbarossa del 1941.

L'Olocausto in Polonia fece parte del più ampio piano organizzato dalla Germania nazista e ebbe luogo nella Polonia occupata dai tedeschi. Durante l'occupazione furono assassinati tre milioni di ebrei polacchi,[7] e cioè la metà di tutti gli ebrei uccisi durante l'Olocausto.

L'Olocausto in Polonia fu caratterizzato dalla costruzione dei campi di sterminio da parte della Germania nazista, dall'uso dei gaswagen e dalle uccisioni di massa da parte delle truppe tedesche e dei loro ausiliari ucraini e lituani. I campi di sterminio giocarono un ruolo centrale nello sterminio sia degli ebrei polacchi,[8] che degli ebrei trasportati dall'Europa occidentale e meridionale.

Ogni ramo della sofisticata burocrazia tedesca fu coinvolto nel processo di uccisione, dai ministeri degli interni e delle finanze alle aziende tedesche e alle ferrovie statali.[9][10] Circa il 98% della popolazione ebraica della Polonia occupata fu ucciso dai nazisti durante l'Olocausto:[11] circa 350000 ebrei polacchi sopravvissero alla guerra; la maggior parte dei sopravvissuti non visse mai nella Polonia occupata dai nazisti, ma visse nella zona occupata dai sovietici durante il 1939 e il 1940, e fuggì o fu evacuata dai sovietici più a est per evitare l'avanzata tedesca nel 1941.

Degli oltre 3000000 ebrei polacchi deportati nei campi di concentramento nazisti, solo circa 50000 sono sopravvissuti.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore nota1
  2. ^ Timothy Snyder, The Reconstruction of Nations, New Haven, Yale University Press, 2004, p. 162.
  3. ^ Turowski Józef e Władysław Siemaszko, Crimes Perpetrated Against the Polish Population of Volhynia by the Ukrainian Nationalists, 1939–1945, Varsavia: Główna Komisja Badania Zbrodni Hitlerowskich w Polsce – Instytut Pamięci Narodowej, Środowisko Żołnierzy 27 Wołyńskiej Dywizji Armii Krajowej w Warszawie, Main Commission for the Investigation of Nazi Crimes in Poland – Institute of National Remembrance with the Association of Soldiers of the 27th Volhynian Division of the Home Army, Warsaw 1990, 1990, OCLC 27231548.
  4. ^ Materski Wojciech, Tomasz Szarota e IPN, Poland 1939–1945. Human Losses and Victims of Repression Under Two Occupations, Varsavia, Institute of National Remembrance, 2009, ISBN 978-83-7629-067-6 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2012).
    «The 2009 study published by the IPN revised the estimated Poland's war dead at about 5.8 million Poles and Jews, including 150,000 during the Soviet occupation,[4] not including losses of Polish citizens from the Ukrainian and Belarusian ethnic groups.»
  5. ^ (EN) Mark Edele e Wanda Warlick, Saved by Stalin? Trajectories and Numbers of Polish Jews in the Soviet Second World War, in Shelter from the Holocaust: Rethinking Jewish Survival in the Soviet Union, Wayne State University Press, 2017, pp. 96, 123, ISBN 978-0-8143-4268-8.
    «Including several other contingents of Polish Jews, at least 157,000 and no more than 375,000 were inadvertently saved from the Holocaust by Stalin’s Soviet Union, which provided a harsh but mostly livable alternative to genocide.»
  6. ^ a b Dariusz Stola, Jewish emigration from communist Poland: the decline of Polish Jewry in the aftermath of the Holocaust, in East European Jewish Affairs, vol. 47, 2–3, 2017, pp. 169–188 [171], DOI:10.1080/13501674.2017.1398446.
  7. ^ Poland: Historical Background, su yadvashem.org, Yad Vashem.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Berenbaum104
  9. ^ Aish HaTorah, Holocaust: The Trains., su Aish.com Internet Archive, Gerusalemme. URL consultato il 13 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2009).
  10. ^ Simone Gigliotti, Resettlement, in The Train Journey: Transit, Captivity, and Witnessing in the Holocaust, Berghahn Books, 2009, p. 55, ISBN 978-1-84545-927-7.
  11. ^ (EN) Berendt Grzegorz, Violence against Jews in Poland, 1944–47: The State of Research and its Presentation (XML), in New Directions in the History of the Jews in the Polish Lands, Academic Studies Press, 2019, p. 443, DOI:10.1515/9788394914912-039, ISBN 978-83-949149-1-2.
    «It was such an efficient operation that on the territories controlled by the Third Reich at most only 2 percent of Polish Jews survived.»

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